L’ impresa femminile è giovane, abita nel Mezzogiorno d’Italia e cresce a un passo doppio rispetto a quella maschile.
Lo dicono i dati Unioncamere, che registrano nel 2015 un più 0,4%; un progresso piccolo piccolo, ma le aziende femminili attive in Italia fanno comunque meglio della media delle aziende, che si limita a +0,1 per cento, e procedono con una velocità doppia rispetto a quelle degli uomini . Una pattuglia di 1 milione e 153mila realtà, con Trentino Alto Adige (+1,3%), Calabria (+1,2%) e Toscana (+1,1) nel ruolo di traino.
Lombardia, Lazio e Campania si aggiudicano il podio per numero di imprese femminili presenti in Italia: da sole ne detengono più del 33 per cento. Se si guarda invece al tasso di femminilizzazione, questo indicatore raggiunge i livelli massimi (oltre il 26%) in Molise, Basilicata e Abruzzo. Più in particolare è Benevento la capitale delle donne che fanno impresa: tre imprese su 10.
I dati fotografano anche una diversa composizione per settori: le imprese al femminile rappresentano il 22,4% del totale Italia, ma sono presenti in maggioranza nel settore agricoltura, dove arrivano al 29% delle attive, e sono più che numerose anche nei servizi (25,8%). In quest’ultimo campo si arriva a percentuali superiori al 50% (fra lavanderie, parrucchieri, estetiste e benessere in senso ampio). La percentuale delle imprenditrici nel tessuto produttivo nazionale raggiunge livelli superiori alla media anche in ambiti quali i servizi alla persona (49%), la sanità e l’assistenza sociale (38%), l’istruzione (29%), l’alloggio e ristorazione (29%). L’industria si ferma al 10,4 per cento (ma nel manifatturiero arriva a toccare il 17,3%).
Quando le donne scommettono sull’impresa lo fanno scegliendo in prevalenza la forma giuridica più semplice: quella individuale arriva al 71%, tuttavia le cooperative raggiungono un’incidenza a livello nazionale del 20 per cento.
E fa ben sperare che l’impresa giovane parli sempre di più al femminile. Si trovano soprattutto tra gli under 35 le donne che scommettono sull’arte dell’intraprendere mettendosi in proprio: quasi un a impresa su tre tra quelle di under 35 (548mila in Italia) è a trazione femminile. Complessivamente si tratta di oltre 152mila unità, pari al 28% del totale delle imprese giovani. Come a dire che fra i giovani imprenditori la parità di genere sembra essere un traguardo finalmente raggiungibile.
I dati vanno letti tenendo conto della classificazione: per le società di capitale si definisce femminile un’impresa nella quale la partecipazione è superiore al 50%, mediando fra quote di partecipazione e cariche attribuite. Nelle società di persone e cooperative vale la metà almeno di soci donna, mentre per le ditte individuali si guarda alla titolarità.
La crescita è comunque trasversale: riguarda le imprese con presenza femminile esclusiva (che sono 974mila. +0,3%), forte (143mila, +1%) e maggioritaria (+1,6%).