Il futuro è, naturalmente, sconosciuto, ma oggi abbiamo strumenti particolarmente efficaci per prevedere quale sarà lo scenario tra qualche anno. Il mondo dell’innovazione tecnologica è quello che suscita maggiore attenzione, perché negli ultimi decenni ha portato un vento di disruption in moltissimi settori e aziende. A maggior ragione è necessario capire quale sarà the next big thing in ambito tecnologico, come dicono gli americani, ovvero quali tecnologie saranno in grado di rivoluzionare i mercati nei prossimi anni. Ci ha provato Futurism, testata internazionale specializzata in questi temi. Il suo pool di giornalisti ed esperti ha elaborato un catalogo delle prossime, dirompenti novità che partiranno dal settore tecnologico per poi permeare i più disparati ambiti commerciali. Tutto questo entro il 2030, ovvero tra soli 13 anni. Pensavamo, per esempio, di aver già visto tutto nell’evoluzione degli smartphone, invece, in base a questa lista, entro una decina di anni l’emergente scienza chiamata spintronica, un connubio tra elettronica e magnetismo, sconvolgerà lo stato attuale di questi oggetti che ormai portiamo sempre con noi. Sul fronte dell’automotive ci si sta chiedendo se l’auto del futuro sarà elettronica o ibrida, e che fine faranno i motori diesel e altri carburanti inquinanti: a sconvolgere le carte potrebbe arrivare uno speciale tipo di batterie con cellule elettrochimiche che “succhiano” il biossido di carbonio (CO2) per generare elettricità, con il risultato di risolvere contemporaneamente i problemi di scarsità di risorse energetiche e di inquinamento del pianeta. Fantascienza o realtà? Meno fantascientifico, e più vicino a noi nel tempo, ci sembra l’avvento di micro-robot che saranno introdotti dai medici nel corpo umano per curare le ferite (saranno biodegrabili, tra l’altro). E anche gli antibiotici disegnati su misura per ciascun paziente o i super anti-virali non ci appaiono improbabili. Plausibile il trend futuro per cui i nostri vestiti saranno smart e cambieranno colore, forma e temperatura a seconda dei nostri gusti. Occorre però capire se stilisti, commercianti e acquirenti gradiranno i nuovi abiti innovativi o preferiranno i modelli tradizionali. Intanto guardiamo la lista di Futurism. Alcune indicazioni potrebbero rivelarsi non del tutto corrette, altre invece potrebbero rappresentare la strada giusta per l’azienda del futuro.

Siti internet più efficaci, presenza sui social media, gestione delle relazioni con i clienti e trasposizione di archivi e software in ambienti cloud. Sono questi gli strumenti e servizi digitali ai quali le imprese di piccole o medie dimensioni e gli studi professionali guardano con maggiore interesse. Nella maggior parte dei casi (il 50 e 51% rispettivamente), c’è la convinzione che gli investimenti sulla digitalizzazione nel prossimo futuro siano destinati a crescere, di circa un terzo.

Il rapporto tra piccole imprese, studi professionali e mondo digitale è stato oggetto di una indagine Nielsen, presentata in occasione della Digital Week di Milano. Un lavoro che mette in evidenza come ci siano diffuse richieste di innovazione tra le aziende, anche di dimensioni più piccole, e che in fondo gli ostacoli a compiere un passo deciso nel mondo della digitalizzazione siano più di carattere burocratico e culturale che di tipo economico