SMART WORKING FASE DUE – Le prime indicazioni, indicano che al centro della strategia del “team” guidato da Vittorio Colao ci sarebbe l’idea di puntare sullo smart working, che diventerebbe il perno di questa fase successiva, rendendolo addirittura obbligatorio per alcune aziende.

Quasi sconosciuto fino a pochi mesi, sembra proprio che lo smart working diventerà “l’arma segreta” nella guerra ancora lunga contro il virus.  In assenza di un vaccino che non sarà disponibile a stretto giro –  l’obiettivo è limitare il numero di persone sul posto di lavoro, per evitare il possibile gli assembramenti visto che gli esperti hanno già avvisato sul fatto che ad un allentamento delle restrizioni corrisponderà inevitabilmente un aumento dei casi.

Proprio in quest’ottica, alle grandi aziende – quelle per capirci dove ogni giorno transita un numero cospicuo di dipendenti – potrebbe essere imposto l’obbligo di dotarsi, ovviamente quando possibile e nel rispetto delle mansioni di lavoro, dello smart working. Ancora da stabilire il numero massimo di dipendenti ammessi per sede che andrà di pari pari con la grandezza degli spazi.  Al di sotto della soglia che sarà stabilita, lo smart working resterebbe facoltativo con l’azienda chiamata a gestire l’organizzazione del lavoro, ovviamente nel rispetto della salute dei lavoratori, quindi garantendo distacco tra le postazioni e presenze “scaglionate”, anche spalmate su diversi giorni della settimana.

INFORMATICAMENTE riprendendo uno slogan di qualche anno fa ripropone i punti fondamentali analizzati allora e attualissimi oggi per rispondere alle problematiche create dalla situazione COVID-19.

Purtroppo ancora una volta questa tragica situazione socio-economica colpirà in modo di forte i settori delle Micro Imprese e delle PMI. Ci sarà la necessità, terminata la fase più grave di questa emergenza, di capire come riorganizzare le attività aziendali, come mettere in sicurezza la gestione aziendale per il futuro, quali strumenti poter adottare per cercare di superare le eventuali restrizioni o vincoli, ecc..

La nostra azienda sta elaborando soluzioni nuove per permettere proprio ai settori più critici, di poter adottare strumenti e soluzioni, flessibili ed economiche per la fase della ripartenza. Dal’ introduzione di portali web che aiutino le aziende a de localizzare rapidamente la commercializzazione dei loro prodotti, alle piattaforme multimediali per la gestione delle attività lavorative in modo assolutamente mobile e dinamico, sino all’ introduzione di nuovi sistemi gestionali orientati alla condivisione delle informazioni in tempo reale dentro e fuori dalle aziende.

COVID-19 #Resilienza Attiva

INFORMATICAMENTE nel rispetto delle vigenti normative, sta cercando di supportare tutti i clienti che stanno lavorando per gestire tutti i servizi necessari al nostro paese, con le sue strutture di assistenza remotizzata e di tele-assistenza a distanza.

Nell’ ambito delle iniziative che la nostra realtà informatica può contribuire a fornire come supporto all’ emergenze causate dalle necessarie restrizioni, ci siamo attivati per informare tramite i nostri portali internet della possibilità di attivare soluzioni di TELE LAVORO o STREAMING a distanza per tutte le aziende che ne abbiamo una necessità.

Per cercare di supportare nella maniera più solidale possibile le eventuali richieste da parte delle aziende, Informaticamente metterà a disposizione queste soluzioni GRATUITAMENTE SINO ALLA FINE DEL 2020.

L’ Italia è sempre più digitale. Lo dicono i numeri del mercato di riferimento, ancora in crescita dopo la ripresa e la buona salute già registrata negli anni scorsi, con una incremento nel 2017 del 2,3% ad oltre 6,8 miliardi di euro. Il trend positivo evidenziato delle rilevazioni di Anitec-Assinform (l’associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende del settore digitale) è destinato a durare anche nei prossimi anni: +2,6% per il 2018, +2,8% per il 2019, +3,1% per il 2020. Gli anni bui sono dunque alle spalle, grazie al traino delle componenti più legate all’innovazione, ma solo la continuità delle politiche per la digitalizzazione già avviate (dall’l’inclusione digitale di Pmi e territori alla modernizzazione della Pa e lo sviluppo diffuso delle competenze) permetterà il recupero del forte gap digitale accumulato in passato.